Questa disciplina si svolge su un percorso, in fiume o in canali artificiali, di 18-20 porte, formate da due paline verticali sospese sull’acqua, da affrontare a favore di corrente (paline verdi) o in risalita (contro corrente, paline rosse), sfruttando le zone di risacca, chiamate in gergo “zone di morta”. L’ordine in cui dev’essere svolto il percorso è stabilito dal numero che le sovrasta.
Mancare le porte, o toccarle, equivale a contrarre delle penalità in termini di tempo, rispettivamente di 50 o 2 secondi, che andranno sommati al tempo svolto dall’atleta per giungere all’arrivo.
Le gare si strutturano in due manches indipendenti, per cui ai fini della classifica fa fede solo quella con il tempo migliore. Ogni manche ha una durata di circa 100 secondi (intorno al minuto e mezzo).
Questa disciplina si presenta come la più tecnica e difficile tra le specialità della canoa, viene praticata con canoe particolari, leggere e prestanti, in grado di garantire buona navigabilità di fiumi di terzo-quarto grado di difficoltà (su una scala di sei) e grande velocità nell’affrontare il percorso.
I tipi di imbarcazione ammessi sono kayak monoposto (K1) – che richiede una posizione seduta, con una pagaia dotata di due pale, canadesi monoposto (C1) – che richiedono una posizione inginocchiata con l’uso di una pagaia dotata solo di una pala – e biposto (C2) – con le stesse caratteristiche della precedente ma con due atleti sulla stessa barca, quest’ultima riservata solo agli uomini.
La canoa slalom è una disciplina olimpica, e il Circolo può vantare di avere cresciuto tra i suoi atleti di canoa slalom anche gli olimpionici Erik Masoero (Atene 2004, Pechino 2008), Maria Cristina Giai Pron (Barcellona 1992, Atlanta 1996, Sydney 2000, Atene 2004, Pechino 2008) e Maria Clara Giai Pron (Londra 2012).